martedì 5 febbraio 2008

T 01 NOI E LA MATEMATICA

T 01


Noi e la matematica


Noi uomini, nonostante essere pensanti e sociali, siamo così presi e soggiogati dai ritmi frenetici di vita che molto spesso non abbiamo tempo per soffermarci a riflettere sul mondo che ci circonda e sui contenuti appresi sui banchi di scuola, spesso considerati alieni dalla realtà, che inconsapevolmente applichiamo nella vita di tutti i giorni.
Nella fattispecie, faccio riferimento alla presenza dei numeri e delle forme geometriche presenti nella nostra vita quotidiana che sono tanto pregnanti quanto ignorati; numeri che sono utilizzati in innumerevoli situazioni e contesti, quasi da arrivare all’”abuso” delle nostre competenze matematiche senza rendercene conto, forse perché, lo svolgimento di semplici calcoli mentali è ormai un compito quasi automatico.
Le attività quotidiane che richiedono esecuzioni di calcoli aritmetici sono molteplici: lavorare, cucinare, andare a fare la spesa, vivere in un determinato piano del palazzo che si distingue dagli altri edifici di quella stessa via.
Giornata tipo : io mi alzo in un determinato orario ( 6:15 ), calcolo i minuti a me disponibili per prepararmi e fare tutto ciò che è necessario per poter uscire di casa ed arrivare a scuola in orario.
Durante il tragitto ricorrono i numeri e le forme geometriche dei mezzi di trasporto presi per giungere a destinazione. Calcolare i tempi scolastici cercando di essere comunque efficaci nell’insegnamento; tenere presente le esigenze degli alunni e tutto ciò che c’è “dietro” affinché questo avvenga. Calcolare gli spazi disponibili ( geometria piana : rettangolo ) per l’ottimizzazione della disposizione dei banchi.
Correggere i lavori eseguiti durante l’attività didattica ( quaderni di matematica ).
Calcolare i tempi di ritorno per riuscire, possibilmente , a partecipare alla Santa Messa.
Soltanto successivamente recarsi a casa, anche qui ad un orario preciso per poter dedicare delle ore allo studio anche notturno.
La storia dei numeri affonda le sue radici nella storia dell’uomo, poiché questi simboli hanno sempre aiutato gli esseri umani a superare ostacoli e a risolvere problemi sociali, fisici e naturali, imposti dalle loro attività: caccia, procreazione e attività commerciali. Le moderne indagini sui primitivi ci dimostrano che tutti i popoli, anche quelli meno evoluti, si sono interessati sempre in qualche modo di numeri e figure a scopi utilitari o anche, talvolta, per pratiche magiche. Basti pensare alla scoperta dei segni ripetuti, costituiti da punti e linee, presenti sulle pareti delle caverne e su manufatti d’osso che ci danno conferma dell’esistenza di primordiali forme di conteggio.
La matematica è stata quindi e continua ad essere utile nella vita di tutti i giorni, ha aiutato e continua ad aiutare a capire il mondo. Tale considerazione mi permette di “spezzare una lancia” a favore di tale materia, perché l’acquisizione di un approccio sistematico alla soluzione dei problemi permette di apprendere la necessità di avere a che fare con i fatti così come sono e non come vorremmo che fossero, per meglio comprendere la realtà. Di sovente, però, semplicemente pronunciare la parola matematica determina nei giovani ma anche in persone adulte, se reduci con essa di un rapporto conflittuale se non addirittura fobico, il manifestarsi di atteggiamenti prevenuti e negativi a riguardo. In tal modo, però, non si coglie l’importanza e il fascino del modo della matematica, indubbiamente avendo rispetto del vissuto che ciascuno può avere e può portare con sé in seguito ad esperienze scolastiche negative, che spesso ottengono come risultato il rifiuto ad approfondire e guardare con altri occhi questa materia ( anche se semplicemente definirla tale rischia di sminuirla non riuscendo a vedere oltre e non riuscendo ad attribuirle il significato o posto che nella nostra vita merita di avere ).
A tal proposito nasce il fondato dubbio che forse la causa di ciò sia da trovare nel modo in cui la scuola propone questa materia. La conoscenza della matematica non solo come materia di studio ma anche come elemento fondamentale di vita, la paragonerei ad un film di avventura e di scoperta di un mondo nel quale siamo protagonisti, ma molto spesso ignari del modo in cui lo siamo. Tale film contempla però naturalmente un lieto fine: l’amore verso questa “condicio sine qua non” presente nella nostra quotidianità.

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